Cenni storici e breve descrizione del paese

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saraceni.jpgSi vuole che fin dall’anno 878 un primo nucleo di persone sottrattosi alle minacce di una banda di saraceni, abbia preso ad abitare quel luogo elevato posto ad oriente dell’attuale Foiano, che guarda verso S. Bartolomeo in Galdo e Roseto; era questo la cosiddetta Ripa.

Altra zona abitata fin dai primi tempi fu l’Ussero. Dal fatto che questo luogo serviva di asilo e di rifugio si sarebbe detto Fuganum. Altri studiosi fanno derivare Foiano da Foveanum e questo da Fovea cioè fossa, quindi luogo di fosse, di trappole per lupi, cinghiali e caccia grossa. Da Foveanum sarebbe derivato Foiano, per una commutazione di lettere centrali. Altri vogliono che Foiano derivi da Freudiano corrotto in Fejano quindi Foiano, cioè paese situato nel feudo. Nelle più antiche memorie si trova Fovianum e Florianum. Non si sa quando e come sia stato contratto in Foiano. Molti storici ritengono che antichissimamente, avendo origine certamente romana, il nome derivi da Forum Jani, con contrazione quindi Foiano. Ipotesi non del tutto assurda perché all’epoca di Plinio, vivevano nei pressi di Foiano  i Vascellani che erano un popolo medio fra Irpini e gli Apuli. I Vescellani si trovavano presso il versante di Castelfranco, Montefalcone e Roseto. Abitavano Vescellana che sarebbe l’odierno Vetroscello in tenimento di Roseto Val Fortore.

laghetto_200px.jpgL’importanza di Foiano s’accrebbe naturalmente con la fondazione del nuovo monastero di S. Maria del Gualdo Mazzocca. Foiano ne subì l’influenza e ne divenne un feudo. Difatti il suo stemma è indicato dalla sigla MF che vuol dire Feudum Mazzocca, mentre secondo altri vorrebbe significar fratres mazocca. La parola Mazzocca è di origine longobarda. Certamente Mazzocca era proprietario delle terre confinanti con quelle su cui sorgeva il monastero e di cui ben presto divenne grande benefattore. Negli antichi documenti si trova la denominazione di Waldo de Mazzocca; la forma attuale Mazzocca è del secolo XVII.

Foiano è appartenuto alla provincia di Capitanata fin dai tempi più remoti; è nominato anche nel diploma regio del 1323 che diede facoltà ai Benedettini di Mazzocca di riedificare S. Bartolomeo in Galdo e annoverarlo tra i possessi della Badia. Nel 1429 Foiano fu concesso al nobile Damiano De Capitaneis di Novara. Passò successivamente alla famiglia Guevara, poi a Ferrante Gonzaga il prediletto di Carlo V. Verso il 1532 la popolazione era di 112 famiglie fino ad arrivare alla 160 famiglie nel 1567. In seguito Foiano divenne possedimento dei gesuiti, dato loro dall’arcivescovo di Benevento Arrigonio. Soppressa la compagnia di Gesù nel sec. XVIII le poche rendite e la giurisdizione passarono alla Reale Azienda di educazione. Liberato Foiano dai vincoli di privata signoria passò alla provincia di Campobasso quale comune del circondario di Baselice, ed a quella provincia è appartenuto fino al 1861, quando passò a far parte della nuova provincia di Benevento.

centro_storico.jpgLa parte più antica di Foiano è la zona dell’Ussaro, e la ripa S. Pietro. La chiesetta di questo primitivo nucleo era dedicata a S. Pietro e si trovava sulla ripa omonima. Una tradizione antica vuole che S. Pietro nel recarsi a Benevento, sia passato anche per Foiano, ecco come si spiegherebbero queste denominazioni: Torrente S. Pietro, ripa S. Pietro, chiesa S. Pietro. Oltre quella chiesetta esisteva una cappella dedicata al Beato Giovanni, lunga palmi 40 e larga palmi 30, avente nella parte anteriore una specie di corte o cortile adibita a cimitero, con le dimensioni di 50 x 30 palmi. La cappella era circondata da ogni parte della vigna dei monaci, evi si accedeva per messo di un viottolo che sbucava dall’Ussero (l’attuale Via Orticelli). Sul posto di questa cappella venne edificata più tardi l’attuale Chiesa Madre. In seguito al terremoto del 1456 furono distrutti molti villaggi vicini e gli scampati trovarono asilo tra le mura di Foiano. Da ciò pure veniva il nomignolo di senza legge cioè abitanti residenti in un asilo o rifugio fuori dall’ambito della legge. Ma che questi rifugiati fossero della brava gente è dimostrato dal fatto che nel 1462 in corso con gli originari foianesi edificarono la capella di S. Maria detta della Libera, perché li aveva liberati dal terremoto. Accresciuta la popolazione, la chiesetta di S. Pietro dovette rendersi insufficiente ed allora i buoni paesani iniziarono la costruzione di una nuova chiesa che doveva essere dedicata alla Madonna del Carmine. Fu completata nel 1570 e fu dedicata invece alla Madonna del Rosario,in ricordo della battaglia di Lepanto tenutasi il 7 ottobre 1571.

La vittoria cattolica contro l’islam diede origine alla curiosa tradizione delle Lune infilzate dalle canne e distribuite alla popolazione ai Vespri del Beato Giovanni. La chiesa del SS. Rosario fu aperta al pubblico la prima domenica di ottobre del 1575 in un paese che contava 600 anime. Nello stesso anno fu istituita la Confraternita della libera. La chiesa era di stile romano con campanile. Vi erano tre campane, una per chiamare a raccolta in caso d’incendio, un’altra per s_giovanni.jpgsuonare contro le tempeste e la grandine, una terza per indicare le gioie e i dolori. L’antica cappella del Beato Giovanni era caduta in rovina nel 1740 quando sopravvenne un terribile morbo detto “bovino” che faceva grande strage fra il bestiame. I foianesi, sempre animati da grande fede verso il loro protettore, fecero voto di innalzare una chiesa ancora più grande se avesse fatto cessare la pestilenza. Dopo un solenne triduo ed una processione a cui partecipò tutto il popolo a piedi scalzi e col capo cosparso di cenere e una corda al collo, la malattia del bestiame cessò istantaneamente. Il 30 agosto del 1743 Francesco Landi Arcivescovo di Benevento,regnando Papa Benedetto XIV, elargì trecento ducati d’oro affinché si eseguissero celermente i lavori. Il 14 novembre 1747 la chiesa fu solennemente aperta al culto. Circa 40 anni dopo troviamo la popolazione aumentata a 2530 unità. Re Ferdinando II diede il permesso di ampliare ulteriormente la chiesa. Tale domanda fu appoggiata da Mons. Guthler abate commendatario dell’Abbazia di Mazzocca. Tra i cittdadini fu raccolta la somma di 420 ducati. La chiesa così ampliata fu aperta al pubblico il 14 novembre 1797 e vi fu trasportata solennemente la sede arcipretale. Nel 1870 al posto delle travate venne costruita la volta a pignatelli dal capomastro Lanzetta di Roseto. Mons. Gutler lasciò in testamento alla Chiesa del SS. Rosario un ostensorio d’argento dorato, un calice d’oro ed una patena d’oro.

Oggi Foiano di Val Fortore conta circa 1325 abitanti. Il paese è stato completamente ricostruito a seguito dei terremoti del 1962 e del 1980. Di quella storia resta la chiesa della Madonna della libera, la chiesa madre del SS. Rosario e il campanile della vecchia chiesa S. Pietro, strutture più volte ricostruite