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Storia di Foiano

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Il nome Foiano, secondo alcune fonti storiche, trae origine dal nome latino di persona 'Flavius", con l'aggiunta del suffisso "anus" per indicare appartenenza, sempre in riferimento al fiume Fortore. Molti storici invece ritengono che avendo origine certamente romana, il nome derivi da 'Forum Jani', con contrazione quindi Foiano, anche se la prima attestazione onomastica è 'Fuganum" che fa pensare ad un "praedium Fuganum" dei Romani. Ipotesi, non del tutto assurda, perché all'epoca di Plinio, vivevano nei pressi di Foiano i Vescellani che erano un popolo medio fra gli Irpini e gli Apuli. I Vescellani si trovavano presso il versante di Castelfranco, Montefalcone e Roseto e abfavano Vescellana che sarebbe l'odierno Vetroscello in tenimento di Roseto Val Fortore. Altri studiosi fanno derivare Foiano da Foveanum e questo da Fovea cioè fossa, quindi luogo di fosse, di trappole per lupi, cinghiali e caccia grossa. Da Foveanum sarebbe derivato Foiano, per una commutazione di lettere centrali. Altri vogliono che Foiano derivi da Freudiano corrotto in Fejano, quindi Foiano, cioè paese situato nel feudo. Nelle più antiche memorie si trova Fovianum e Florianum. Non si sa quando e come sia stato contratto in Foiano. Cosa certa è la risalenza all'epoca antecedente a quella normanna, Dai rinvenimenti, Foiano, insieme al territorio in cui si radica, è stato interessato da popoli e culture diverse: Greci, Etruschi, Sanniti, Romani, Goti, Bizantini, Longobardi. In particolare, in età normanna, Foiano fu feudo del Drago. Sotto la dominazione angioina, invece, fu nel possesso della Badia di S. Maria del Gualdo Mazzocca e passò successivamente ai De Capita nei di Novara, quindi alla Badia di San Bartolomeo in Galdo. La conformazione dell'abitato ci racconta del primo insediamento presso un luogo elevato posto ad oriente dell'attuale Foiano, che guarda verso S. Bartolomeo in Galdo e Roseto, la cosiddetta Ripa S. Pietro e l'Ussero.

È molto probabilmente, intorno all'anno 878, quando un nucleo di persone trovò dimora per sottrarsi alle minacce di una banda di saraceni. Una tradizione antica vuole che S. Pietro nel recarsi a Benevento, sia passato anche per Foiano, ecco come si spiegherebbero queste denominazioni: torrente S. Pietro, ripa S. Pietro, chiesa S. Pietro. Oltre quella chiesetta esisteva una cappella dedicata al Beato Giovanni, lunga palmi 40 e larga palmi 30, avente nella parte anteriore una specie di corte o cortile adibita a cimitero, con le dimensioni di 50 x 30 palmi. La cappella era circondata da ogni parte della vigna dei monaci, e vi si accedeva per messo di un viottolo che sbucava dall'Ussero (l'attuale Via Orticelli). Sul posto di questa cappella venne edificata più tardi l'attuale Chiesa Madre. In seguito al terremoto del 1456 furono distrutti molti villaggi vicini e gli scampati trovarono asilo tra le mura di Foiano. Da ciò pure veniva il nomignolo di 'senza legge" cioè abitanti residenti in un asilo o rifugio fuori dall'ambito della legge. Nel corso del 1462, quale ringraziamento per la cessazione del terremoto, fu edificata la cappella di S. Maria detta della Libera.

Accresciuta la popolazione, la chiesetta di S. Pietro dovette rendersi insufficiente ed allora i buoni paesani iniziarono la costruzione di una nuova chiesa che doveva essere dedicata alla Madonna del Carmine. Fu completata nel 1570 e fu dedicata invece alla Madonna del Rosario, in ricordo della battaglia di Lepanto tenutasi il 7 ottobre 1571.

La vittoria cattolica contro l'islam diede origine alla curiosa tradizione delle Lune infilzate dalle canne e distribuite alla popolazione ai Vespri del Beato Giovanni. La chiesa del SS. Rosario fu aperta al pubblico la prima domenica di ottobre del 1575 in un paese che contava 600 anime. Nello stesso anno fu istituita la Confraternita della libera, La chiesa era di stile romano con campanile. Vi erano tre campane, una per chiamare a raccolta in caso d'incendio, un'altra per suonare contro le tempeste e la grandine, una terza per indicare le gioie e i dolori. Durante il secolo 1700 fu eretta, nell'attuale centro storico, l'alta torre campanaria con strutture in pietrame e laterizi, la cui cella è aperta da finestroni archivoltati e loggetta superiore.

Nel 1740 l'antica cappella del Beato Giovanni era caduta in rovina quando sopravvenne un terribile morbo detto 'bovino" che faceva strage di bestiame.

I foianesi, sempre animati da grande fede verso il loro protettore, fecero voto di innalzare una chiesa ancora più grande, se avesse fatto cessare la pestilenza. Seguì un solenne triduo ed una processione a cui partecipò tutto il popolo a piedi scalzi col capo cosparso di cenere e una corda al collo, la malattia del bestiame cessò istantaneamente. Da qui l'usanza ancora in voga e partecipata da persone provenienti da diverse parti del mondo. In continuità, la mattina del 24 giugno di ogni anno, la popolazione in processione conduce a spalla la statua del protettore Beato Giovanni eremita dal paese lungo il tratturo San Giovanni fino al monastero in località Mazzocca (circa sei Km}, e ogni primo sabato di ottobre, con eguale rito, il santo fa ritorno nella chiesa del SS. Rosario. Il 30 agosto del 1743 Francesco Landi Arcivescovo di Benevento, regnando Papa Benedetto XIV, elargì trecento ducati d'oro affinché si eseguissero celermente i lavori. il 14 novembre 1747 la chiesa fu solennemente aperta al culto. Circa 40 anni dopo troviamo la popolazione aumentata a 2530 unità, Re Ferdinando II diede il permesso di ampliare ulteriormente la chiesa. Tale domanda fu appoggiata da Mons. Guthler abate commendatario dell'Abbazia di Mazzocca. Tra i cittadini fu raccolta la somma di 420 ducati. La chiesa così ampliata fu aperta al pubblico il 14 novembre 1797 e vi fu trasportata solennemente la sede arcipretale. Nel 1870 al posto delle travate venne costruita la volta a pignatelli dal capomastro Lanzetta di Roseto, Mons. Guthler lasciò in testamento alla Chiesa del SS. Rosario un ostensorio d'argento dorato, un calice d'oro ed una patena d'oro.

Menzione a parte per la storia dell'antico monastero di Santa Maria de Gualdo Mazzocca, a sua volta eretto sulle rovine di un tempio pagano dedicato a Polluce.

La costruzione di tale monastero fu autorizzata nel 1156 da Papa Adriano IV, tuttavia, nel 1456 vi fu un violento terremoto e nel 1630 un incendio ne determinò la completa distruzione. Sui resti dell'insigne monastero, fu edificata una cappella consacrata dall'Arcivescovo Orsini di Benevento nel 1716. Il Santo Foianese fu fondatore e primo priore del monastero di Santa Maria de Gualdo Mazzocca (il nome si riferisce alla devozione per la Madonna, alla località ai margini del bosco ove esso sorgeva, e al feudatario cui appartenevano i beni confinanti col monastero al quale poi saranno donati), da dove si diramarono i principi attivi del monachesimo in favore degli emarginati e degli oppressi dalla società feudale.

Egli fu un penitente eremita votato alla preghiera e alla meditazione, ma anche una mente creativa e un operatore incessante di carità: offrì, insieme al sostegno spirituale, anche quello materiale attraverso una concreta azione di civilizzazione e di valorizzazione della persona umana. L'obiettivo del monastero e dell'opera di San Giovanni Eremita, insieme all'apostolato religioso e alla elevazione a Dio, furono proprio il riscatto della persona umana e la concretizzazione dei diritti riconosciuti negli Statuti concessi alle comunità comprese nella propria giurisdizione.

In località Mazzocca di Foiano di Val Fortore, sorge un monumento con scultura che ricorda la figura di questo importante Santo. L'importanza di Foiano s'accrebbe naturalmente con la fondazione del nuovo monastero di S. Maria del Gualdo Mazzocca. Foiano ne subì l'influenza e ne divenne un feudo, Difatti il suo stemma è indicato dalla sigla MF che vuol dire Feudum Mazzocca, mentre secondo altri vorrebbe significar fratres mazocca. La parola Mazzocca è di origine longobarda. Certamente Mazzocca era proprietario delle terre confinanti con quelle su cui sorgeva il monastero e di cui ben presto divenne grande benefattore. Negli antichi documenti si trova la denominazione di Waldo de Mazzocca. La forma attuale Mazzocca è del secolo XVII.

Foiano è appartenuto alla provincia di Capitanata fin dai tempi più remoti; è nominato anche nel diploma regio del 1323 che diede facoltà ai Benedettini di Mazzocca di riedificare S. Bartolomeo in Galdo e annoverarlo tra i possessi della Badia. Nel 1429 Foiano fu concesso al nobile Damiano De Capitaneis di Novara. Passò successivamente alla famiglia Guevara, poi a Ferrante Gonzaga il prediletto di Carlo V, Verso il 1532 la popolazione era di 112 famiglie fino ad arrivare alla 160 famiglie nel 1567.  In seguito, Foiano divenne possedimento dei gesuiti, dato loro dall'arcivescovo di Benevento Arrigonio. Soppressa la compagnia di Gesù nel sec. XVIII, le poche rendite e la giurisdizione passarono alla Reale Azienda di educazione. Liberato Foiano dai vincoli di privata signoria passò alla provincia di Campobasso ed a quella provincia è appartenuto fino al 1861, quando passò a far parte della nuova provincia di Benevento.

 

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