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Giovanni Eremita ed il suo Monastero

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S.Giovanni EremitaIl 24 giugno la comunità fioianese, con una grande festa, si stringe intorno a San Giovanni Eremita (Tufara 1084 - Foiano di Val Fortore 1170), protettore del paese.

Le celebrazioni in suo onore si svolgono nella chiesetta sorta sulle antiche rovine dell’antico monastero di Santa Maria de Gualdo Mazzocca,  a sua volta eretto sulle rovine di un tempio pagano dedicato a Polluce.

La costruzione di tale monastero fu autorizzata nel 1156 da Papa Adriano IV, tuttavia, nel 1456 vi fu un violento terremoto e nel 1630 un incendio ne determinò la completa distruzione. Sui resti dell’insigne monastero, fu edificata una cappella consacrata dall'Arcivescovo Orsini di Benevento nel 1716.

Il Santo Foianese fu fondatore e primo priore del monastero di Santa Maria de Gualdo Mazzocca (il nome si riferisce alla devozione per la Madonna, alla località ai margini del bosco ove esso sorgeva, e al feudatario cui appartenevano i beni confinanti col monastero al quale poi saranno donati), da dove si diramarono i principi attivi del monachesimo in favore degli emarginati e degli oppressi dalla società feudale.

Chiesa di S.Giovanni in MazzoccaEgli fu un penitente eremita votato alla preghiera e alla meditazione, ma anche una mente creativa e un operatore incessante di carità: offrì, insieme al sostegno spirituale, anche quello materiale attraverso una concreta azione di civilizzazione e di valorizzazione della persona umana. L’obiettivo del monastero e dell’opera di San Giovanni Eremita, insieme all’apostolato religioso e alla elevazione a Dio, furono proprio il riscatto della persona umana e la concretizzazione dei diritti riconosciuti negli Statuti concessi alle comunità comprese nella propria giurisdizione.

In località Mazzocca di Fioiano di Val Fortore, sorge un monumento con scultura che ricorda la figura di questo importante Santo, a giusta ragione considerato quale “capostipite della civiltà del Fortore” (Donato Castellucci). Lo eresse l’Amministrazione Comunale nel 1998, su realizzazione dell’architetto G. Castellucci e dello scultore A. Fagioli.